ABSTRACT
Quest’articolo ricostruisce le strategie di marketing elaborate dalla Universal per il lancio di Jaws, spesso citate tra le principali ragioni del successo del film. In tal senso, esplora anche la genesi dell’ossessione della nostra cultura per lo squalo e il diffondersi della cosiddetta “jawsmania”, ovvero il mito dello squalo-killer e la sua perenne “vitalità artistica” di volta in volta rilanciata da Hollywood. Per capire il legame tra il ritratto dello squalo come feroce assassino e la sua conseguente stigmatizzazione, farò anzitutto riferimento all’idea di epifenomeno sviluppata da Barbara Klinger a proposito della ricezione dei testi della cultura popolare 1. Secondo quest’ipotesi, alcune idee si diffondono grazie alla circolazione di testi particolarmente adatti a fuoriuscire dai loro margini e a rileggersi per frammenti e sequenze narrative spesso inedite rispetto ai significati del testo di partenza. In tal senso, sosterrò che l’idea dello squalo come “spietato assassino” è un testo radicatosi nella cultura popolare soprattutto attraverso gli epifenomeni che lo circondano. Ovvero, non solo grazie al film – che rispetto al romanzo di Benchley pone lo squalo in primo piano – ma all’orchestrazione della campagna di marketing della Universal. L’articolo si basa su una ricerca d’archivio svolta sui materiali conservati presso la Margaret Herrick Library di Beverly Hills, l’Howard Gotlieb Archival Research Center della Boston University Library e la Peter Benchley Collection.
Castaldo Lundén, Elizabeth. 2015. “Lo Squalo, Le Strategie Di Marketing Della Universal e La Costruzione Della ‘Jawsmania.’” Cinergie , no. 7. http://www.cinergie.it/?p=5395.
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